Esistono differenti tipologie di arco, dall’arco monolita (il longbow) al compound, passando per l’arco olimpico e l’arco nudo.
Il longbow ha una curvatura unica, semplice diremmo, “minimal”. La freccia appoggia direttamente su una superficie in corrispondenza del punto di presa dell’arciere e con esso si effettua una tipologia di tiro molto legata all’istinto dell’arciere.
Tutto l’opposto di quello che offre invece l’impiego di un arco olimpico, che è caratterizzato dalla presenza di “prolunghe” atte a stabilizzare e smorzare le vibrazioni prodotte durante il rilascio della freccia, nonché di un sistema che aiuta l’arciere ad effettuare una trazione della corda prima del rilascio della freccia il più possibile identico per ogni singola freccia. L’arco olimpico ha inoltre in dotazione un mirino regolabile a seconda del bersaglio cui deve arrivare la freccia. Tra tutti i tipi di arco presentati è l’unico che è ammesso ai giochi olimpici.
L’arco nudo è per definizione tale, impoverito di quegli elementi di stabilizzazione propri dell’arco olimpico, primo fra tutti proprio il mirino; per tale motivo l’arciere archinudista fa molto affidamento sui parametri morfo metrici personali. L’arco nudo inoltre è sprovvisto oltre che del mirino anche del sistema di controllo per il rilascio della freccia, mentre la stabilizzazione è molto ridotta se non inesistente.
Mentre arco olimpico ed arco nudo sono in qualche maniera imparentati, tutt’altra struttura ha invece l’arco compound, sebbene anche su di esso si possano montare sistemi di stabilizzazione. Il componund è definito da alcuni anche come la “balestra verticale”. Sviluppato come arco da caccia, la dinamica di rilascio della freccia, la messa in mira, nonché la forza sviluppata durante il rilascio hanno poco a che vedere con il tiro con arco olimpico/nudo. Maggiori prestazioni ma anche maggiori pretese di precisione per chi gareggia con questo arco.
